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DOMENICO MERLI

RACCONTI, POESIE E IMMAGINI

AMULTIBOOK

 

 

 

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La didascalia è una nota dell'autore del testo che segue, clicca sotto sul titolo del testo per leggerelo. Grazie e buona lettura.

 

Questo racconto Invisibile nasce dal mito, dalla conoscenza indiretta; il continuo spostarsi della conoscenza tra ciò che è leggenda e l'oggettivo e il sentito dire. La conseguenza è una visione di pezzi con una radice nella storia ma fatta di immagini fantastiche, mitiche, leggendarie dove la verità è sepolta e sempre inaspettata.

 

 

La prima questione per uno scrittore è scrivere un libro e poi trovare un editore ed è anche l’ultima il perché questi racconti sono orfani di un editore che non sia io stesso forse perché non sono abbastanza fortunati. Lì ho scritti dopo La notte e altri deliri più di vent’anni fa e devo dire che all’epoca il testo fu rifiutato da tutti gli editori. Credo a ragione non è un libro che potevo pubblicare a venticinque anni come forse nemmeno ora a più di cinquant’anni reso pubblico senza pubblicità né editore tranne ahimè me stesso. Io dopo qualche tentativo di pubblicare presso una casa editrice mi sono assopito in un lungo sonno che dura ancora di pubblicazione fai da te senza pubblicità pubblicazione sulle mie pagine web e con questo intendo il fai da te il lavoro di redazione e di commercializzazione. Quello che si trova sui miei siti si trova nei miei libri su carta ad un prezzo che non è concorrenziale ma questo dipende da un male che è una necessità. I libri costano molto ma almeno io anche li offro on-line. Potete trovare questi lavori su carta su ILMIOLIBRO.IT alla voce Domenico Merli. La mail amultimediarte@email.it non sarà a breve più attiva. Cercherò se possibile quando non so di toglierla dalle pagine dei miei siti per ora se possibile escludetela. Potete trovarmi sui Social Facebook e Twitter quelli riportati di solito alla fine dei racconti

Domenico Merli

 

 

Le linee invisibili

 

 

 

 

 

 

 

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Ipe nasce dal fatto che mi ero informato sulla possibilità di di fare un duelle. Cosi sono arrivato a leggere pagine in cui due secoli fa si voleva vietarlo. Poi ho pensato a tutti i duelli del cinema e della letteratura e alla fine ai giorni nostri. Duelli televisivi e sulla carta del giornale, fatti di pallottole di gomma, di sputi e testate, di parolacce e insulti, uno a uno o chiamando gli amici, tutti che si consumano nei dieci minuti alla radio o alla TV, sempre tra eroi e antagonisti, tra mandanti e padrini, tutto in una fittizia nuvola di polvere da sparo.

 

 

 

 

 

 

         IPE          racconto                     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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guida ai siti (qualche notazione per muoversi tra amultimediarte e gli altri siti)

 

 

 

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La successione della giornata, è fino alla fine, luce e spari, radio o tv. Nulla di male, mi ricorda che al fulmine segue il tuono. Ma chissà che significato ha ciò, ma è poesia. Se modernamente cosi la s'intende. Io ho questo concetto di poesia come interno del soggetto  "poesia interna" e questo susseguirsi di fulmini esterni. Per altro rimane il concetto che alla luce preceda la parola,e poi il suono.

 

 

 

 

 

 

LUCI E SPARI

                                                                                                                                       

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Una delle cose più difficili che ho dovuto sopportare è stato farmi crede quando le evidenze mi erano contrarie. Una delle cose che più mi hanno ferito in vita mia è stato non essere creduto. Mi auguro sempre di non essere una vittima di me stesso. Cerco di essere non autolesionista. E' difficile ma sempre meno che essere vittima della giustizia, della burocrazia, dei mass-media, dell'invidia, cosa che è talmente semplice e facile che è uno dei miei incubi più frequenti.

 

 

 

 

        

NON CREDUTO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Tra i miei ricordi le notti passate a veder le stelle sono quelle più vivide nella mia immaginazioni. Ricordo spesso la Luna che scompare tra gli alberi, cosi grandiosa come è lo spazio. Da tempo ho ridotto le mie serate di osservazione. Ho più la tentazione di usare il mio MAK 127 per osservazioni di terrestri. Ricordo Margherita Hack e la sua attività, la modestia e la capacità divulgativa.

 

 

 

 

 

I PRIMI MESI DI UN TELESCOPIO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

 

 

Questo racconto è la storia di un uomo che garantisce la transizione e che viene arrestato e infamato, distrutto. E' il versamento di sangue frequente quando ci sono cambiamenti storici, oggi, una cosa a se come alla notte segue il giorno. E prassi consolidata non solo nei regimi autoritari magari dopo cinquantanni riabilitare ora questo o quello. Alcune trovate non sono all'altezza o mirato troppo in alto e la freccia non è andata nel centro.

 

 

 

 

TRE GIORNI ALL’ALBA DELL’IMPERO

 

 

 

 

 

 

 

 

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E' solo un impressione che in questo racconto il Male sia trattato con referenza tollerante. Nulla di più deve essere estraneo all'Uomo. Io solo so che esso esiste. Rispetto tutto ciò che è. Qui sta il fatto che la mano rosso non può essere distrutta e l'antagonista è l'antagonismo storico, intrinseco, genetico forse irrisolvibile. Qualcuno è disposto ad affrontare un essere immateriale e eterno come un angelo caduto con la labile coscienza ma pur sempre di essere polvere?

Lo lascio lavarsi in un barile di sangue. 

 

 

 

 

 

L’ULTIMA STANZA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La morte è sempre più oscura nonostante tutto sia visibile attraverso gli occhi blu delle telecamere, che tutto sia analizzabile, il sangue, la saliva, le suole delle scarpe. La morte è sempre più una questione controversa, prove contro prove, requisitorie e contro requisitorie. Ma il grande nemico e l'ombra. L'alter ego di cui ci si può liberare solo regredendo, oltre il paterno, oltre il materno, nel fondo dove abitano nell'oceano le paure. Io una simile catarsi non l'ho mai vissuta ma di certo è sul fondo dell'universo che dimora l'ombra di un cavallo.

 

 

 

 

BUCE(V)ALO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ricordo di questo racconto alcune scene, come la visita all'architetto perché mi immagino alla finestra di Corso Vittorio Emanuele a Milano. Certamente una posizione di tutto rispetto. Non mi prendo molto seriamente come artista e come persona. Non credo che questo racconto possa essere corretto se non lo si vuole. L'ortografia, la sintassi, il porre una sequenza temporale consequenziale, il mantenere chiaramente il soggetto dell'azione e chiarire l'azione stessa. In tanti dei miei racconti tutto questo manca.

 

 

QUELLO CHE TUTTI SANNO 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le possibilità di apprendimento saranno sempre più l'uso di appositi strumenti tecnologici, il livello medio sempre più standardizzato. Questo richiede ovviamente una forzatura rispetto alla Natura e alla selezione naturale. Io ricordo quando tornavo a casa da scuola, con la media risicata del sei, e mi immaginavo il mio mondo con la mia fantasia. Ero estraneo alla scuola come un uccellino alla gabbia. (almeno nei voti e nella media dei miei compagni)

 

 

 

 

 

 

IL PRETESTO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tra i vari racconti di questa raccolta ricordo L'attore nella parte dell'uomo. La sua determinazione a mettersi davanti l'oggetto della sua ossessione. Altro Marike scritto molto prima che l'Europa conoscesse le attuali inquietudini è una terra dove non c'è nulla, gli ospedali non hanno attrezzature per un elettrocardiogramma o per una TAC. Non c'è moneta corrente che non sia scambiata al Cambio come spazzatura non certo Bitcoins. Cosi va il mondo.

 

 

 

 

 

CARCALA E MARIKE E ALTRI RACCONTI

 

 

 

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La quarta via, anch'esso riletto e riscritto diverse volte è il dramma del dittatore. Egli abile oratore e scalatore sociale non sa quello che fa. Sembra sempre rileggendo la storia che i pregi personali dei grandi condottieri non siano sufficienti a governare le masse e quasi mai a evitare le guerre. Deve esserci un limite, un coefficiente, nel cervello che ci impedisce di capire cosa fare del mondo.

 

 

 

 

 

 

LA QUARTA VIA E ALTRI RACCONTI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'EVOLUZIONE E ALTRI RACCONTI 

 

L'uomo che aveva perso conoscenza è un racconto che ho riletto da poco e di cui esistono almeno due versioni. E la carica libidica che si sviluppa in un percorso. Aspettare un taxi, prender un aereo e poi stare al sole su una sdraio e sognare in un attimo tutta la vita. Ma non è solo sensualità intellettuale e anche il protagonista colui che subisce, subisce, il mare e il Sole e due gemelli che tutto posso promettere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questi racconti, i masochisti, sono stati scritti a tra la fine del novecento e l’inizio del duemila ma non ho la cronologia esatta. Erano degli esercizi di scrittura, volevano essere un tentativo, una prova, un esperimento. Sono stati sostanzialmente rimaneggiati. Il tema del masochismo e innestato. Sono adatti ad un pubblico adulto e se dovesse comunque ferire la sensibilità del lettore me ne scuso. Per altro queste storie più di altre hanno bisogno della simpatia del lettore per me. Questi racconti sono stati un esercizio di scrittura e anche ora rivisti rimangono degli esercizi di scrittura.  

 

 

 

 

 

 

 

QUATTRO RACCONTI

I MASOCHISTI

DOMENICO MERLI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Io uso le mie idee per fare racconti e disegni, non mi pesa troppo la solitudine perché ricevo molti stimoli dalla realtà e appunto uso le mie idee per scrivere. Non mi perdo molto, sono taciturno e credo che chiacchierare sia una bella cosa. Ho avuto delle amiche molto anziane che ricordo come le migliori conversatrici che abbia mai avuto. L'uomo è trasceso dall'universo ma non servono telefonini e email se si finisce in isolamento per tre mesi in un carcere al buio non rimango che le idee e si spera siano alcune almeno buone.

 

 

 

 

 

 

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